Libero, veloce, amichevole

Achille Vianelli, olio su tavola, veduta di Napoli

Photos

Dettagli

Achille Vianelli (Porto Maurizio, 21 dicembre 1803 – Benevento, 2 aprile 1894)
veduta della Marinella a Napoli, con Maschio Angioino
Olio su tavola cm 30Xcm40

Achille Vianelli
è stato un pittore e incisore italiano con cittadinanza francese.

Il padre Giovan Battista Vianelli, veneto di origine, sposando una parigina aveva aveva mutato il nome in Vianelly o Viennelly e assunto la nazionalità francese, divenendo agente consolare napoleonico a Porto Maurizio. Achille mantenne il nuovo cognome e la nazionalità francese fino a dopo il 1938. Da Porto Maurizio la famiglia si era trasferita ad Otranto dove Achille trascorse la sua giovinezza. Nel 1819 Achille Vianelli è a Napoli per studiare pittura, ma padre e sorella tornarono in Francia per ricongiungersi a lui solo nel 1826.

A Napoli Achille fu subito intimo di Giacinto Gigante insieme al quale studiò il paesaggio ripreso dal vero, frequentando per qualche mese la scuola di Wolfgang Hüber (un pittore tedesco specialista nella ripresa topografica di vecchio gusto accademizzante) poi con Anton Sminck van Pitloo nel cui atelier nacque dal 1825 la Scuola di Posillipo di cui Vianelli fu uno dei principali rappresentanti.

Achille Vianelli sviluppò caratteristiche da prospettico quadraturista, dedicandosi con successo all'illustrazione della veduta urbana e dei monumenti, sviluppando una pregevole tecnica della seppia.

Nel 1848 si trasferisce a Benevento dove si dedica alla pittura[1] e nel 1850 fonda una scuola di disegno nel Chiostro di santa Sofia fra i cui partecipanti vi fu Gaetano de Martini.

La sua fama si diffuse in Francia e Luigi Filippo lo chiamò per dare lezioni di pittura al re, per questo visse temporaneamente in Francia fino al 1846, morì a Benevento all'età di 91 anni.

Il figlio Alberto, anch'esso pittore paesaggista, nato nel 1871 si trasferì nel 1875 a Parigi. Una sorella Flora aveva sposato nel 1826 Teodoro Witting, paesista ed incisore tedesco attivo a Napoli, e l'altra sorella Eloisa fu moglie dal 1831 di Giacinto Gigante. Il nipote Gustavo Witting, figlio di Flora ed intrinseco di casa Gigante, fu anche lui paesista, tra i tardi epigoni della Scuola di Posillipo.

Ti potrebbero interessare