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Umberto Galimberti - Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto

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In questo saggio, Umberto Galimberti si interroga sulle cause della crisi che il Cristianesimo sta vivendo ai nostri giorni. Già in precedenza, nel 2000, con la pubblicazione de Le orme del sacro, Galimberti si chiese cosa fosse rimasto di autenticamente religioso nel mondo di oggi. Al di là di tutto, il divino, che assume diverse forme e viene invocato a gran voce da differenti religioni, sembra aver abbandonato il mondo, lasciando un fortissimo desiderio di protezione e rassicurazioni. Restano solamente i residui della tradizione Cristiana, che mai come oggi appare inadeguata e eccessivamente arretrata per stare al passo con il progresso, l'evoluzione della società e le continue scoperte tecnico-scientifiche. Secondo Galimberti, le ragioni che hanno condotto alla crisi del sacro, alla sua incapacità di comunicare con le persone, sono da ricercarsi proprio nella natura stessa del Cristianesimo e nel ruolo che tale religione ha ricoperto nella storia dell' Occidente. Cristianesimo. La religione del cielo vuoto, di Umberto Galimberti, è un saggio che riaccende il dibattito sul significato che ha assunto la religione al giorno d'oggi.

Dettagli del libro
Autore: Umberto Galimberti
Titolo: Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto
Editore: Feltrinelli
Collana: Serie bianca
Data di Pubblicazione: Novembre 2012
ISBN: 8807172224
ISBN-13: 9788807172229
Pagine: 436
Reparto: Religione > Cristianesimo
Formato: brossura, copertina morbida
Prezzo di copertina: 18,00 euro
Stato libro: Nuovo

Più di dieci anni fa nelle Orme del sacro Umberto Galimberti esplorava la religiosità in Occidente, raccogliendo in un volume molti suoi interventi e articoli apparsi sui quotidiani con cui collaborava. Da allora la riflessione di Galimberti sul sacro e sulla sua crisi si è approfondita, mentre molte cose cambiavano nel panorama religioso e intellettuale, prima fra tutte l elezione di Joseph Ratzinger a papa dopo la scomparsa di Giovanni Paolo II.
In questo nuovo libro, che riprende solo in alcune parti il testo precedente, rivedendole e ampliandole, Galimberti mira a definire compiutamente la sua visione del cristianesimo, a cui riconosce il merito di aver dato vita e forma all Occidente, ma che a questo Occidente ha anche strappato il cuore autenticamente religioso. Il cristianesimo è per Galimberti la religione dal cielo vuoto, la religione che ha desacralizzato il sacro, perché ha assegnato tutto il bene a Dio e tutto il male a Satana. Ha preferito la razionalità della filosofia greca con cui ha costruito la sua teologia al comandamento dell amore che è l essenza del messaggio evangelico. Con l incarnazione ha portato Dio sulla terra, sopprimendo la trascendenza del sacro, che è "il luogo in cui il bene e il male, il giusto e l ingiusto, il benedetto e il maledetto si confondono, e da cui, nella sua evoluzione, l'umanità si è emancipata, senza tuttavia poter sopprimere lo sfondo enigmatico e buio da cui ha tratto origine"
Per contare ancora qualcosa nel nostro mondo dominato dalla tecnica, questo cristianesimo ormai del tutto esangue e desacralizzato si è ridotto a un agenzia etica, che si pronuncia su aborto, fine vita, scuola pubblica e privata, e si è fatto l evento diurno, lasciando la notte indifferenziata del sacro alla solitudine dei singoli, che un tempo erano protetti da quei riti e da quelle metafore di base che hanno fatto grande questa religione e così decisiva per la formazione dell uomo occidentale, e che oggi, senza protezione religiosa, devono vedersela da soli con l abisso della propria follia, che il sacro sapeva rappresentare e la ritualità religiosa placare

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