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George lilanga - scultura

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Tipologia : Complementi d'Arredo

George Lilanga (Masasi 1934 - Dar Es Salaam, Tanzania 2005)

STUPENDA SCULTURA DEL PICASSO D'AFRICA GEORGE LILANGA

ESEGUITA SCOLPENDO A MANO LEGNO D'EBANO DIPINGENDOLO INFINE CON COLORI ACRILICI

MISURE : ALTEZZA cm.32X20X12

ANNO : 2001

Codice gigarte: CDA2590

Data di archiviazione: 14/11/2012 16:29 ( 14/11/2012 17:29 UTC )

PROVENIENZA :

Importante collezionista d'arte africana

" Cap. Felix Lorenz"

di Lauenburg (Elbe) in Germania specialista in arte africana

nonchè importatore, mercante ed amico di Lilanga da più di 30 anni!

L'opera è firmata dall'autore LILANGA sulla base

L'opera è autenticata dal Cap. Felix Lorenz su certificato di autenticità con foto dell'opera

Spettacolare!

sito ufficiale: www.georgelilanga.com

CENNI BIOGRAFICI

George Lilanga
(Masasi 1934 - Dar Es Salaam, Tanzania 2005)

Pittore e scultore tanzaniano, nel 1961 ha iniziato la sua carriera artistica come scultore, mentre sono del 1965 le sue prime pitture su pelle di capra montate su telaio. Esponente di spicco della pittura swahili, oggi è considerato il Picasso d'Africa; con il suo immaginario personale, costituito da figure, come cartoon in continuo movimento, senza dubbio affini a quelle create dallo statunitense Keith Haring, Lilanga rappresenta la cultura e la mitologia della sua gente in opere brulicanti di corpi grotteschi, dai colori vivaci e animati da un movimento ritmico, mostrando con ironia - anche nei titoli - i fatti della vita quotidiana.

( tratto da l' "ENCICLOPEDIA DELLA PITTURA E DEI PITTORI", Federico Motta Editore)

Queste sono alcune delle parole scritte su George Lilanga da uno dei tanti importanti storici e critici dell'arte che si sono pronunciati a riguardo della sua pittura e scultura, come allo stesso tempo numerose istituzioni museali si sono adoperate per avere le sue opere in esposizione e prestigiose gallerie le commercializzano, però a prezzi molto diversi da questi. Qui potrete trovare un elenco che testimonia dove ha esposto Lilanga:

Centre Georges Pompidou, Parigi, Francia; Marykoll Ossing Center, New York, USA; IMF Hall of World Bank, Washington, USA; Saatchi and Saatchi Gallery, Londra; Musée de Nantes, Nantes, Francia; Okariya Gallery, Tokyo, Giappone; Pantheon Tama Gallery, Tokyo, Giappone; Joannesburg Biennale, Sud Africa;
Tama Art University Museum, Tokyo, Giappone; Galleria Spazia, Bologna, Italia; Fabbrica Eos, Milano, Italia; Franco Cancelliere, Messina, Italia; Mamco - musée d´art moderne et contemporain, Ginevra; Museum of Fine Arts, Houston, USA; Fondazione Albizzini, Città di Castello, Italia; Museum Kunst Palast
Düsseldorf , Germania; Ludwigshafen am Rhein Museum, Germania.

Lilanga fonde in un originale e personale linguaggio le culture della propria terra, la scultura makonde e la lezione della Scuola Tinga Tinga: i personaggi diabolici della tradizione, gli "shetani", rappresentati dalle sculture in legno d'ebano, si trasformano in uomini-fantasma, con il pareo e le orecchie lunghe, la pancia gonfia e la disarticolazione motoria, in un progressivo accumulo di figure e corpi, sempre inquieti e in movimento. La sua pittura è una danza collettiva, espressione di una cultura tribale viva, autentica ed esasperatamente contemporanea, dalla quale facilmente possiamo comprendere qualcosa che lui stesso diceva: "La cosa più importante, che è facile capire dal mio lavoro, è che tutta la mia arte deve essere vista come espressione della mia felicità".

Lilanga appartiene alla stirpe di questi artisti, spesso anonimi, che hanno eretto epopee e cosmologie. Il fatto che egli, nell'era della globalizzazione, riesca a suscitare simili rimandi e a colpire un vastissimo pubblico con le sue invenzioni è indice di una capacità straordinaria di tradurre il mondo, il suo mondo, in figure che fanno pensare all'immaginario. E' una danza infinita, la danza di un mondo che ballando, saltando, dimenandosi, contorcendosi, traduce tutto, ma proprio tutto in movimento ritmico: il rito, la quotidianità, l'allegria, ma anche la fame, la lotta per la sopravvivenza e le tradizioni e i simboli atavici. Se i colori sono perennemente squillanti non è perché esprimano solo la felicità, bensì perché colgono la pienezza dell'essere in tutte le sue manifestazioni.

Investire in opere d'arte conviene dal punto di vista fiscale; infatti si gode di maggiori vantaggi rispetto a chi investe nei mercati finanziari ed immobiliari. Non si pagano tasse sulle plusvalenze derivanti dalla compravendida di opere d'arte e la quota del patrimonio investita non viene periodicamente tassata; inoltre non deve essere inserita nella dichiarazione dei redditi come avviene per le altre forme di investimento

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