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FUORI DAL CORO - Le mie storie nerazzurre

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Una vita in compagnia dell'Inter, scandita dalle partite certo, ma anche da tutto ciò che ruota intorno a una squadra di calcio: dalla campagna acquisti agli incontri ravvicinati con i giocatori, dai rapporti di amicizia intrecciati con gli altri tifosi ai viaggi, spesso faticosi, per seguire le trasferte. Tutto questo e molto di più è "Fuori dal coro": l'ultimo libro di Cristiano Marzorati (Edizioni Il Flabello). L'autore racconta in prima persona la sua esperienza di Ultrà atipico, sempre presente per sostenere i suoi beniamini, ma con una visione particolare dei vari aspetti che contraddistinguono il mondo dello sport professionistico nel XXI secolo. Dopo tanti anni e centinaia di partite, lui, l'autore, si ritiene "un tecnico prima che un tifoso" e in questa veste ama raccontare una verità aliena da ogni sorta di pregiudizio. Una verità testimoniata da chi l'ha vista coi propri occhi e non attraverso il filtro di uno schermo televisivo. Una verità che non considera gli enormi interessi economici, ma solo quelli del tifoso. Sebbene sia reduce da anni di trionfi e nelle sue vene scorra da più di vent'anni sangue nerazzurro, Marzorati non esita ad attaccare frontalmente la dirigenza, i tecnici e i calciatori dai quali non si sente più rappresentato. In ogni caso, il suo unico obiettivo è vedere la propria squadra vincere e quando intravvede la possibilità che qualcuno o qualcosa ostacoli questa rincorsa verso il successo si ribella con tutte le forze, spesso senza nemmeno fermarsi a valutare le possibili conseguenze.
Un libro nel quale molti tifosi che non hanno voce, forse, si ritroveranno. Altri no, ma in tutti i casi riconosceranno un pensiero logico, magari non condivisibile, ma assolutamente coerente nella sua linearità.
Ci sono, poi, alcuni che considerano il tifo una semplice manifestazione infantile, se non addirittura animalesca, e la speranza è che, giunti all'ultima pagina, costoro capiranno come dietro ai cori, alle urla, agli abbigliamenti stravaganti e a tutto il resto, ci siano persone che dedicano gran parte del loro tempo libero a una passione genuina e che, in nome di essa, spendono soldi, sacrificano ore di sonno, chiedono permessi sul lavoro e programmano le vacanze in base alla località scelta dalla squadra del cuore come sede della preparazione atletica.
Pazzi? Sì, forse, ma non più di chi "macina" chilometri per incontrare la donna che gli ha fatto perdere la testa anche se la sua passione non è ricambiata, oppure, investe mezzo stipendio per una serata con limousine e privé in discoteca.
In questo libro si intuisce che, per alcuni tifosi, l'amore verso i propri colori è qualcosa di viscerale, un fuoco che non si spegnerà mai nonostante le secchiate di acqua gelida che provengono da chi tiene in mano il giocattolo.
Ecco, sarebbe bello che "Fuori dal coro" venisse letto anche da chi, occupando posti di potere, sta cercando in tutti i modi di rovinare il passatempo preferito degli italiani. Ma questa è un'altra storia...

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