Libero, veloce, amichevole

Attico / Mansarda via Giuseppe Mazzini, Gallarate

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Dettagli

Tipologia : Attico/Mansarda

Numero Locali : 4

Superficie (mq) : 151

Piano : 4

Ascensore : Si

Box/Posto auto : Box

Attico centro storico Gallarate In centro storico a Gallarate, adiacente la zona pedonale, proponiamo in vendita un attico (unico appartamento al piano) di 15o mq, posto in uno stabile d'epoca del 1940 in puro stile razionalista lombardo. Lo stabile, di soli dieci appartamenti, e' dotato di ascensore ed ha ancora tutte le finiture d'epoca: la nuova razionalità architettonica, funzionale e lineare, si fonde con il richiamo alla decorazione del passato: pavimenti in parquet a lisca di pesce e graniglia, stucchi ai soffitti (geometrici, non piu' floreali, in ossequio alla nuova moda), scaloni in marmo (rosso verona, bardiglio, verde alpi) e tessere di mosaico, intonaci di marmorino. E' l'emblema della modernità che ancora, però, riceve una suggestione dall'opulenza antica. Il fabbricato e' in fase di restauro nelle parti comuni: verrà ripristinata la facciata in mattoni e vista e intonaco, sarà installata una nuova centrale termica (con riscaldamento contabilizzato all'interno degli appartamenti), gli impianti elettrici, sia nelle parti comuni che all'interno degli appartamenti, saranno consegnati completamente a norma. L'attico e' attualmente costituito da ingresso, cucina abitabile con terrazzino, soggiorno/salone, due stanze da letto, ulteriore balcone, bagno, grande locale sottotetto. Al piano seminterrato c'e' una spaziosa cantina. Viene venduto nello stato di fatto a 118.000 Euro. A parte, su richiesta, e' disponibile un preventivo lavori (che, se richiesti, verranno eseguiti dall'impresa stessa) per il rimodernamento dell'abitazione, che prevede il rifacimento di massetti e pavimenti, serramenti esterni e tapparelle, bagno, porte interne, porta blindata, per un costo di Euro 36.000. Disponibilità box del fabbricato adiacente a Euro 18.000 ciascuno. APE in approntamento. ARCHITETTURA RAZIONALISTA Il razionalismo italiano è quella corrente architettonica che si è sviluppata in Italia negli anni venti e anni trenta del XX secolo in collegamento con il Movimento Moderno internazionale, seguendo i principi del funzionalismo, proseguendo in vario modo in frange sino agli anni settanta. Nel 1926 un gruppo di architetti, provenienti dal Politecnico di Milano, Luigi Figini e Gino Pollini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Carlo Enrico Rava, Giuseppe Terragni e Ubaldo Castagnoli, sostituito lâ€(TM)anno dopo da Adalberto Libera, formarono il “Gruppo sette“, il gruppo fu costituito ufficialmente solo nel 1930, con il nome MIAR (Movimento Italiano per lâ€(TM)Architettura Razionale). Il gruppo iniziò a farsi conoscere con una serie di articoli apparsi sulla rivista Rassegna Italiana e proprio su quella rivista, nel dicembre del 1926, il “Gruppo 7” rese noti al pubblico i nuovi principi per lâ€(TM)architettura, che si rifanno a quel Movimento Moderno che ormai è in crescita in tutta Europa. Il gruppo tuttavia mostrava molta attenzione al Deutscher Werkbund e ai costruttivisti russi, mentre prendeva le distanze dai futuristi. Su di loro inoltre esercitò una grande influenza il libro di Le Corbusier del 1923 Vers une architecture. La giusta occasione per mettere in evidenza i loro primi risultati fu quella della “Prima Esposizione italiana di Architettura Razionale” che ebbe luogo a Roma nel 1928 su iniziativa del gruppo stesso. Ma già nella III Biennale di Monza del 1927 Terragni aveva avuto modo di presentare le sue prime opere. Terragni diede un chiaro esempio delle sintesi elaborate in questo contesto nella casa del Fascio di Como del 1932â€"1936, dove la facciata è disegnata secondo le proporzioni della sezione aurea e nel contempo forme e strutture moderne si fondono con un impianto volumetrico e un equilibrio dello spazio architettonico classici. Nel 1938 realizzò la Casa del fascio anche a Lissone, in Brianza, poi chiamata in suo onore palazzo Terragni. Ma soprattutto nella casa del Fascio di Como si può, secondo Ignazio Gardella, riconoscere il carattere originale del movimento moderno italiano. Ã^ quindi il momento della classicità che lo distingue dal movimento moderno internazionale che aveva fatto da madre per il Razionalismo italiano: “il carattere della classicità, intesa non come riferimento mimetico a un determinato periodo storico, rinascimentale o altro, ma una classicità in senso atemporale, come la volontà di cercare un ordine, una misura, una modulazione che rendano le forme architettoniche chiaramente percettibili alla luce del sole e coerenti tra loro, cioè parti di una stessa unità.” Nel 1930 fu la volta di Figini e Pollini, che alla IV Triennale di Milano presentarono la Casa elettrica. Altri giovani architetti â€" come Giovanni Michelucci e Giuseppe Pagano â€" aderirono al MIAR e ne furono sostenitori convinti; in breve vi furono quasi 50 adesioni di architetti provenienti da varie regioni italiane. Allâ€(TM)esposizione del 1931 a Roma lâ€(TM)impatto fu molto forte e apparve subito chiaro che le opere razionaliste mal si adattavano a un regimeautoritario. Le polemiche che ne nacquero con i sostenitori della vecchia “accademia”, che poi erano la maggioranza, generarono molte defezioni nel MIAR, tanto che nel dicembre del 1932 il suo segretario Libera fu costretto a sciogliere il movimento. Da quel momento gli architetti razionalisti lavorarono in un ambito più ristretto, comunque riuscendo a portare avanti varie realizzazioni anche in ambito pubblico. Nellâ€(TM)ambito milanese, grazie alla rivista Casabella â€" Costruzioni diretta negli anni quaranta da Giuseppe Pagano Pogatschnig e da Giancarlo Palanti venivano indicati, nel celebre articolo Intervallo ottimista di Raffaello Giolli, a testimonianza dellâ€(TM)importanza della scuola milanese, Gianni Albricci, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Mario Tevarotto, Enea Manfredini, Anna Ferrieri, Luciano Canella, Mario Righini, Augusto Magnaghi, Mario Terzaghi, Vittorio Gandolfi, Marco Zanuso, Renato Radici quali giovani architetti razionalisti. STORIA DI GALLARATE Molte testimonianze archeologiche datano le origini di questo nucleo urbano al II millennio a.C., anche se la maggior parte dei reperti sono di natura gallica. Dai galli, infatti, deriverebbe anche il nome della città. Successivamente Gallarate, sotto la dominazione romana, divenne parte della provincia della Gallia Cisalpina. Quando Ottone Visconti, nel 1287, distrusse Castelseprio, la città divenne capitale del grande contado del Seprio. Proprio da questo nuovo e grande ruolo Gallarate trasse grandi profitti, trasformandosi in un ricco centro commerciale. Questa vocazione accompagnerà la città anche in età sforzesca. Dal XVI al XVIII secolo Gallarate perderà la sua indipendenza, finendo sotto la dominazione prima francese e poi spagnola. Diventa così un feudo, che passa continuamente nelle mani di nuove famiglie (Bentivoglio, Caracciolo, Pallavicino, Altemps, Visconti e Castelbarco). Tutti questi passaggi, però, non alterarono il suo ruolo di leader nel commercio per lâ€(TM)Alto Milanese. Per un breve periodo, fra il 1786 e il 1787, Gallarate fu addirittura capoluogo di una delle province della Lombardia austriaca. La dominazione napoleonica vide la cittadina partecipe della grande rivoluzione industriale, mentre nel periodo della Restaurazione fu teatro di molti dibattiti romantici, preparatori delle lotte di indipendenza e del Risorgimento. A Gallarate, infatti, vivevano Giuseppe e Pompeo Castelli, titolari di quella “farmacia del rinascimento” dove, secondo la tradizione, Gerolamo Rovetta avrebbe ambientato il romanzo “Romanticismo”. Oggi la farmacia, ancora esistente, si chiama farmacia Dahò. Con Decreto del 19 dicembre 1860 firmato dal Principe Eugenio di Savoia-Carignano, Gallarate fu insignita del titolo di città. Nel 1869 i confini della città furono allargati inglobando i comuni di Arnate e Cedrate. Nel 1923 vennero aggregati a Gallarate i comuni di Caiello e Crenna. Nel dicembre del 1926 il governo fascista decise la creazione della nuova provincia di Varese ed il circondario di Gallarate, comprendente anche comuni di un certo rilievo demografico, come Busto Arsizio, Legnano, Saronno e Rho, venne così spartito fra la nuova provincia e quella di Milano. La città perse notevole importanza data lâ€(TM)abolizione dei circondari e la conseguente chiusura della Sottoprefettura sino ad allora ospitata nellâ€(TM)attuale Palazzo Borghi. Gradualmente Gallarate si incentrò sempre più sul suo ruolo industriale, di cui oggi abbiamo traccia, oltre che nei centri ancora funzionanti, in molti capannoni in stile liberty, ormai abbandonati o riconvertiti, e numerose ciminiere (Gallarate allâ€(TM)inizio del XX secolo era ancora nota come la città dalle cento ciminiere). Non si può tralasciare il ricordo di famiglie storiche della Città, che ne allargarono fortemente nel XIX sec. il respiro culturale ed industriale, quali i: Majno, Ponti, Bellora, Bonicalzi, Nob. Forni, Guenzani, Sartorio, Crosta, ecc. CAPOVERSO RELATIVO AL DIRITTO DI MEDIAZIONE Lâ€(TM)incarico di mediazione a Wayhome ed ai suoi agenti immobiliari è attribuito attraverso la sottoscrizione di un documento specifico (incarico), la stipula di un accordo ovvero, in assenza di ciò, con la fruizione dei servizi elencati nelle nostre schede immobiliari, nel sito e nelle relative clausole. Il compenso per la mediazione (provvigione) da corrispondersi da entrambe le parti (Acquirente e Venditore, ovvero Conduttore e Locatore) è pari al 4% più IVA, calcolato sul prezzo di acquisto/vendita dellâ€(TM)immobile, o, in caso di locazione, è pari al 10% più IVA del canone del primo anno di locazione. La provvigione si considera maturata, dovuta ed esigibile al momento della formazione del consenso di acquisto tra Venditore ed Acquirente (ovvero con la sottoscrizione da parte del promittente venditore per accettazione della proposta di acquisto inviata dal promissario acquirente), ossia, in caso di locazione, al momento della accettazione della proposta di locazione da parte del soggetto proprietario dellâ€(TM)immobile (o avente titolo). Wayhome ed i suoi agenti immobiliari hanno pertanto il diritto di richiedere immediatamente il pagamento della provvigione al verificarsi delle circostanze suddette. In caso di compravendita, lâ€(TM)imposta di registro, i costi notarili e le imposte catastali ed ipotecarie sono a carico dellâ€(TM)Acquirente. In caso di locazione, lâ€(TM)imposta di bollo sul contratto (se applicabile) è a carico del Conduttore, lâ€(TM)imposta di registro (se applicabile) è a carico del Locatore e del Conduttore in parti uguali. Wayhome declina qualsiasi responsabilità in ordine alle informazioni riportate nel sito in quanto le stesse provengono dalla parte venditrice/locatrice oppure dai professionisti di fiducia (architetti, geometri, commercialisti, avvocati) incaricati dalla medesima. Wayhome considera veritiere tali informazioni e non assume alcuna responsabilità in ordine allâ€(TM)attualità delle stesse nonché ad eventuali omissioni o inesattezze. Per quanto qui non previsto vigono le disposizioni del Codice Civile italiano.

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